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Amici delle Gatte in occasione dell'uscita del suo nuovo libro Paola Servente si è resa disponibile ad un intervista.....

Cosa avrà raccontato alle Gatte? Andiamo a scoprirlo....

𝟭) 𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲̀ 𝗵𝗮𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲?

Avevo ventotto anni quando ho scritto le prime pagine di “Ti fidi di me?”, il mio primo romanzo breve. Ero con un’amica, lei stava scrivendo la tesi e scherzando le dissi che le avrei fatto compagnia buttando giù una bozza del mio primo libro. Solo che poi l’ho fatto davvero...!

𝟮) 𝗖𝗼𝘀𝗮 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗼𝗴𝗴𝗶?

Credo che nei secoli siano cambiate le parole, la forma, ma il significato no. Scrivere rimarrà sempre un meraviglioso modo di comunicare, prima a sé stessi, e poi a chi vorrà leggere.

𝟯) 𝗔 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗶𝗻𝗰𝗶 𝗮 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮?

All’inizio vado a ruota libera, dopo qualche pagina, appena capisco dove mi sta portando una storia, visualizzo chi potrebbe amarla. Per “Il problema è che ti penso…” immagino un pubblico femminile, donne che abbiano voglia di una storia leggera, “anzi leggerissima” (cit)!

La radio, che “faccio” da anni come conduttrice, mi ha insegnato una cosa: se la fai per te, non vale niente. Bisogna sapere a chi si sta parlando. Ecco, credo che questa regola valga anche per la scrittura.

𝟰) 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝗹𝗲 𝘁𝘂𝗲 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗲?

L’ispirazione è sempre la vita reale, poi chiaramente per i romanzi rosa subentra anche un pizzico di magia quasi fiabesca e, se chicklit, anche di ironia. Ma la partenza sono i fatti quotidiani che viviamo tutti.

𝟱) 𝗤𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮 𝗶𝗹 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁t𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲?

Nel mio caso, per il carattere che ho, ha i suoi pro e i suoi contro. Da una parte, adoro ricevere messaggi, suggerimenti, commenti. Organizzare presentazioni e condividere pareri. Dall’altra, so che i giudizi mi condizionano in fase di scrittura, quindi subito dopo averli letti o ascoltati, non devo scrivere. Non a caldo. Ho bisogno di qualche giorno per prendere ciò che serve per migliorarmi.

𝟲) 𝗨𝗻 𝘀𝗲𝗴𝗻𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗶 𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗿𝗲/𝗮𝘂𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲?

Adoro usare i soprannomi. Mr Papà, Principino, Varicella… Mi sa che si era capito, eh?!

𝟳) 𝗤𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗳𝗹𝘂𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗹𝗮 𝗹𝗲𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘀𝘂 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲?

Moltissimo. Non leggo mai durante la fase più intensa di stesura di un romanzo, perché ho il timore di farmi condizionare, più che da una trama da uno stile.

𝟴) 𝟯 𝗟𝗶𝗯𝗿𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗲𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗲𝗿𝗶𝗮?

I tre che hanno lasciato qualcosa di indelebile, ciascuno ha i propri.

Per me Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, Mille splendidi soli di Khaled Hosseini e Persuasione, sempre della Austen.

𝟵) 𝗤𝘂𝗮𝗻𝘁𝗮 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗮𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮?

Mi piacerebbe poter dire che ne ha poca, che mi affido alla trama, ai pareri… ma in realtà una bella copertina è una specie di calamita!

𝟭𝟬) 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘁𝘂𝗼𝗶 𝗿𝗼𝗺𝗮𝗻𝘇𝗶?

La casa editrice mi propone una cover e a me spetta l’approvazione. Mi ha convinta subito quella di “Il problema è che mi piaci”, ma devo dire che è stato folle amore a prima vista quello per la copertina del secondo capitolo della serie, “Il problema è che ti penso…”

𝟭𝟭) 𝗛𝗮𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗮 𝗰𝘂𝗶 𝗳𝗮𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗶 𝘁𝘂𝗼𝗶 𝗿𝗼𝗺𝗮𝗻𝘇𝗶 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲?

A Chiara, la mia super amica e super lettrice di romanzi rosa. Ogni due o tre capitoli conclusi, condivido con lei il risultato. Se ritardo mi sta subito addosso per avere il seguito e ammetto che sia molto utile per non perdermi. E’ il mio metronomo vivente quando scrivo!


𝟭𝟮) 𝗗𝗮 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝘁𝗿𝗮𝗶 𝗶𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗿𝗲𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝘁𝘂𝗼𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶?

In generale dalla mia fantasia, solo un paio di personaggi, comunque secondari, hanno un loro più o meno preciso corrispondente nella realtà. Per il carattere, intendo. Per l’aspetto estetico, invece, mi è capitato di guardare un film, o una serie televisiva, e di pensare “Mmh… il mio prossimo personaggio maschile avrà gli occhi così” oppure “Lei sarà bionda!”. Durante il lockdown, a furia di vedere Conte ovunque e a tutte le ore, non ho potuto non inserire una fossetta sul viso del protagonista della storia che stavo creando!

𝟭𝟯) 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘁𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼r𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗰𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗻𝗲𝗴𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲?

Domandone! Le temo, ma è giusto che ci siano e che si impari a conviverci. Non si può piacere a tutti. Da alcune ho imparato qualcosa e ne tengo conto in fase di scrittura. Altre fatico a digerirle, mi sembrano quasi perfide. Cavolo, puoi dire che non ti piaccio senza offendere, no?

𝟭𝟰) 𝗖𝗵𝗲 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗵𝗮𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮?

Se scrivo per una casa editrice così importante come Newton Compton, è grazie a LinkedIn e a un prezioso collegamento con uno dei suoi editor. Sarò quindi debitrice a vita nei confronti dei social.

Credo siano un’immensa opportunità, talvolta usata male. Al momento il mio preferito è Instagram.

𝟭𝟱) 𝗖𝗮𝘀𝗮 𝗲𝗱𝗶𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 𝗼 𝘀𝗲𝗹𝗳 𝗽𝘂𝗯𝗹𝗶𝘀𝗵𝗶𝗻𝗴?

Non sono particolarmente intraprendente quindi, nel mio caso, casa editrice tutta la vita!

𝟭𝟲) 𝗣𝘂𝗼𝗶 𝘀𝘃𝗲𝗹𝗮𝗿𝗰𝗶 𝗶 𝘁𝘂𝗼𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗶?

Di sicuro ci sarà un terzo capitolo della serie “Il problema è… “. Mi sono fatta un bel regalo di Natale concludendolo il pomeriggio del 25 di dicembre. Ha una doppia ambientazione, una in particolare mi è cara come poche altre cose nella vita. Non vedo l’ora di poter dire di più. Per il resto… Io scrivo, scrivo, scrivo… Anche lunghi racconti, per i quali però la mia ispirazione non è rosa. Chissà, forse mi deciderò a pubblicarli.



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